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L’età nei giochi

Chi ha qualche anno di più ricorda ancora le scatole di giochi degli anni ‘70/’80 che spesso riportavano sul bordo della confezione l’indicazione “dai 5 ai 99 anni di età” o simili.

L'età nei giochi - esempi di scatole con l'età consigliata da un certo numero a 99 anni

Ricordo sempre che da bambino facevo fatica ad immaginare questi uomini vecchissimi di 99 anni che si mettevano a giocare a “Viaggio in Europa” o “La coppa del Mondo”, ma soprattutto, mi chiedevo: cosa succedeva a 100 anni? Perché a quell’età diventava proibito giocare a questi giochi? In fondo se arrivavi a giocare a “Viaggio in Europa” alla veneranda età di 99 anni, perché non avresti potuto continuare a giocarci anche al compimento del centesimo anno?

L’età nei giochi: 99 anni… e dopo?

Non riuscivo a capire. Mi immaginavo questi vecchietti 99enni che il giorno del loro centesimo compleanno, anziché ricevere regali, li perdevano! Gli toglievano tutti i loro giochi, faticosamente accumulati nel corso di un’intera vita. Figli, nipoti, badanti, infermieri gli strappavano di mano le preziose scatole che il vecchietto cercava invano di trattenere.

“Non puoi più giocare!”, gli gridano, “Non è più roba per te”

“Ma non ti vergogni, alla tua età!” – gli urla il figlio ottantenne…

Il vecchietto centenario, disperato, non riesce a farsene una ragione. In lacrime, stringe al petto le sue preziose scatole di giochi. Inutilmente, giacchè la data massima stampata sul bordo della confezione è una condanna definitiva, senza appello. Le scatole gli vengono portate via a forza, un po’ come a un generale cui, per colpe gravissime, inaudite, vengono strappati via i gradi.

Magari, mi immaginavo a volte, in alcune famiglie i parenti erano più indulgenti: invece di punire il vecchietto, provavano ad aiutarlo: “Ma su, fa niente: lascia perdere quello che è scritto sulla scatola, tanto cosa vuoi che succeda…”, ma poi immaginavo succedere cose ancora più terribili:

Ufficiali giudiziari che irrompevano all’improvviso pronti a requisire i giochi al malcapitato vecchio; oppure una maledizione vudù che colpiva impietosamente il vecchio centenario che ignorando le indicazioni sulla scatola osava giocare al gioco da 8-99 anni; oppure agenti dei servizi segreti che, come il vecchietto si azzardava a giocare, sfondavano la porta e atterravano il malcapitato con tutta la sua famiglia puntandogli delle pistole addosso; o degli extraterrestri che arrivavano a bordo di un disco volante e risucchiavano via il vecchietto con un raggio traente, mentre le scatole ricadevano sulla Terra…

Disegno di Davide con un raggio traente che risucchia i giochi

L'età nei giochi - disegno di Davide di ufficiali giudiziari che sequestrano i giochi a un novantanovenne

Ma poi sospettavo che no, tutto questo per quanto suggestivo non poteva essere vero. E allora, concludevo che la verità non poteva essere che un’altra, ben più drammatica: a 100 anni, inevitabilmente, si muore. C’è una data di scadenza dentro di noi per cui, se non sei morto prima per qualche incidente o malattia, il corpo di suo smette comunque di funzionare: ci si spegne. E non si possono più fare i giochi da tavolo perché non si può più fare un bel niente: sei morto!

Non poteva essere che questo il significato di quel sinistro “8-99 anni”. Poi, però dovetti abbandonare anche questa teoria quando un giorno, al telegiornale che guardavano i miei, dettero la notizia del compleanno di un tizio di 124 anni, “l’uomo più vecchio di Italia: e se l’aveva detto il telegiornale, doveva essere vero…

Dopo un po’ rinunciai a capire il perché queste etichette avessero un’età massima, e con un po’ di buon senso, cominciai ad interpretarle dando peso solo alla prima parte, l’età a partire dal quale il gioco era consigliato.

Sono passati parecchi anni da allora, ma ancora oggi, devo ammettere, non ho chiaro il motivo di quelle etichette, e mi chiedo: perché non scrivere semplicemente “Età consigliata: 8+” anziché quel sinistro “8-99”?

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