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Venezia e il gioco

Non capita raramente, nel mondo dei giochi da tavola in generale e quello per famiglie in particolare, di dedicare il nome di un gioco ad una città. Ad esempio “Copenhagen”, il bel titolo edito da Devir e provato in fiera a Lucca a cui abbiamo accennato recentemente nel nostro blog o “Carcassonne”, il gioco di piazzamento tessere più famoso al mondo. E moltissimi altri esempi si potrebbero fare di giochi intitolati a città.

Forse esiste una spiegazione semplice per questo “fenomeno”: un gioco è sempre un insieme di regole (quella che si definisce generalmente come “meccanica di gioco”) unita ad un’ambientazione (la parte “narrativa” del gioco, che introduce una storia e cerca di farla rivivere ai giocatori). In questo senso, una città, con la sua storia e i suoi luoghi, offre moltissime suggestioni in cui poter ambientare un gioco.

In questo articolo, però, proviamo a ribaltare le cose e invece di parlare di giochi che si ispirano a città, vogliamo parlare di una città che per diversi motivi ha, dal nostro punto di vista, legami strettissimi con il mondo del gioco: Venezia.

Venezia e il gioco - veduta della laguna con installazione di mani giganti

Venezia è città famosissima in tutto il mondo, talmente ricca di suggestioni da aver ispirato romanzieri, poeti e cineasti, ognuno dei quali ne ha dato la propria interpretazione: ora decadente, ora sensuale, ora misteriosa e intrigante.

Noi però vogliamo trattarla da un punto di vista diverso e per certi versi insolito: quello appunto ludico, legato al gioco (nessun riferimento ovviamente al casinò di Venezia 😉

 

Venezia e il gioco – labirinti e cacce al tesoro

Cominciamo con il dire che Venezia è un labirinto. Anzi, due labirinti sovrapposti: uno di terra, fatto di ponti e di calli, e uno d’acqua, fatto di canali. Lo stesso camminare all’interno di Venezia dà la sensazione di muoversi all’interno di uno di quei labirinti come quelli di certi giardini. A differenza delle normali città, infatti, dove qualunque strada sbocca sempre in un’altra, qui per via dei canali si rischia continuamente di finire in dei vicoli ciechi: là dove ti aspetteresti un passaggio trovi improvvisamente un pezzo di laguna a sbarrarti la strada. Là dove, invece, non sospetteresti alcuna via d’uscita, ecco aprirsi improvvisamente un “ramo” o una “salizada” ad offrire uno sbocco inaspettato su un “campo”, ossia una piazza altrimenti nascosta e inaccessibile, magari impreziosita da qualche incisione o fregio nascosto di inaspettata bellezza.

E questo ci porta al secondo aspetto ludico, giocoso di questa città: la caccia al tesoro.

Venezia e il gioco - copertina del libro Corto Sconto

Esiste un libro “magico” che ci fa “giocare” con la città di Venezia, e s’intitola “Corto Sconto” (itinerari fantastici e nascosti di Corto Maltese a Venezia)”. Il titolo fa riferimento ad un personaggio dei fumetti molto noto, Corto Maltese, ed in effetti è ricco di illustrazioni tratte da lavori di Hugo Pratt.

Ma la vera bellezza del libro è, oltre che nei magnifici disegni, nella sua organizzazione in sette itinerari dai nomi suggestivi. “Porta dell’Oro”, “Porta d’Oriente”, “Porta del Mare” “Porta del Colore”, “Porta dell’Amore”…

Ciascun itinerario vi guida in maniera precisa (ma non troppo) attraverso suggestivi percorsi “non turistici”, alla scoperta di particolari bellissimi e nascosti che altrimenti sarebbe quasi impossibile notare: una rara iscrizione, un ponte caratteristico (ad esempio l’unico ponte a tre archi di tutta Venezia), una patera veneziana (ce ne è una che, incredibilmente, ne ha una gemella a Istanbul) e via dicendo. Potreste impiegare un po’ a trovare tutte le meraviglie elencate lungo ciascun percorso, dovrete spaziare con lo sguardo, a volte tornare indietro sui vostri passi, o ancora aiutarvi con i disegni riportati nel libro. Ma la soddisfazione che proverete ogni volta che riuscirete a trovare un nuovo elemento è impagabile, e portare a termine ciascun percorso è una vera gioia.

 

Nomi suggestivi

Venezia e il gioco - copertina di Curiosità Veneziane

Passiamo poi a quello che per noi è un ulteriore elemento ludico della città di Venezia, ossia quello legato ai nomi, particolarissimi, delle strade. Le targhe che troverete numerose spostandovi per la città hanno nomi fantastici e suggestivi: “Calle dell’Amor degli Amici”, “Campo delle Gatte” (ma attenzione: i gatti qua non c’entrano niente), “Fondamenta Lizza Fusina” e via dicendo.

Potete provare a immaginare le storie dietro ciascun nome, inventare le vostre storie e più fantasiose saranno più, probabilmente, si avvicineranno alla realtà. Potrete poi verificare e controllare le vostre ipotesi avvalendovi di un libro che è un piccolo gioiello: si tratta delle “Curiosità veneziane” di Giuseppe Tassini, edito da Filippi Editore (attualmente, a quanto ne sappiamo, esiste in due versioni: una, in volume unico, rilegata, ed una in 2 volumi, in brossura).

Qui troverete la spiegazione dei nomi di tutte le strade di Venezia (e “strada” è una semplificazione, dato che in realtà si parla di “Calle”, “Ramo”, “Fondamenta”, “Sotoportego”, “Rio Terà”, “Riva”, “Ruga”, “Salizzada” eccetera, ed ogni termine ha una diversa accezione) e scoprirete che, a volte, ci sono più ragioni per lo stesso nome, ragioni che sfumano nel tempo e si perdono nei rivoli delle interpretazioni.

Venezia e il gioco - targa con l'indicazione del Rio Terà Barba Frutariol

 

Venezia e il gioco – inventori di giochi

Avvicinandosi poi un po’ di più al mondo dei giochi da tavolo, va ricordato inoltre che Venezia è anche la “patria d’adozione” di un grandissimo autore di giochi, Alex Randolph: nato in Cecoslovacchia, visse prima negli Stati Uniti, poi in Giappone e infine negli anni Settanta si stabilì definitivamente a Venezia dove è rimasto per trent’anni, fino alla morte sopravvenuta nel 2004.

Venezia e il gioco - foto di Alex Randolph

Fu autore di più di 100 giochi. Molti sarebbero degni di nota: fra tutti c’e n’è uno che amiamo in modo particolare, un astratto semplice e bellissimo, che va sotto il nome di “Ricochet Robots”.

Randolph sì è anche attivamente battuto per far riconoscere lo status di “Autore” agli inventori di giochi, pretendendo il nome dell’autore sulla scatola, esattamente come appare il nome dello scrittore sulla copertina di un libro.  Possiamo dunque dire che Randolph oltre a inventare giochi, ha inventato anche il… “mestiere di inventore di giochi”.

A Randolph è dedicato anche il principale concorso di giochi in Italia, il Premio Archimede – e arriviamo così all’ultimo tassello di questo breve articolo su Venezia e il gioco.

Il Premio Archimede è il principale concorso per aspiranti autori di gioco da tavolo in Italia: è un’opportunità per tutti gli appassionati giocatori che vogliono passare “dall’altra parte della barricata” e provare a inventarne uno. Ad oggi, più di quaranta partecipanti al concorso hanno visto i loro sforzi premiati con la pubblicazione del loro gioco.  E’ un premio bandito dalla veneziana “Studiogiochi”, società fondata da De Toffoli nel 1987, ha cadenza biennale e la premiazione avviene nella bella cornice della Sala San Leonardo, nel sestiere veneziano di Cannaregio.

Venezia e il gioco - la sala San Leonardo in cui si tiene la premiazione gremita di pubblico

Insomma, una Venezia che ha affinità con il mondo del gioco sotto più punti di vista e che per questo, oltre ad offrire al visitatore gli innumerevoli tesori per i quali è giustamente famosa nel mondo, offre molteplici suggestioni e spunti “ludici” che consentono pertanto di viverla in un modo un po’ diverso dal turismo di massa “mordi e fuggi”.

Qui sotto trovate i link Amazon del libro “Corto Sconto” e del gioco “Ricochet Robots”. Se vi hanno incuriosito e decidete di prenderli passate da questi link. Per voi non cambia nulla ma ci aiutate a sostenere il blog ;-).

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