Il libro "Harpo Speaks" in cui l'autore parla della sua storia e del gioco Pinnacolo
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Cinema, Pinnacolo e i giochi di carte tradizionali

Esistono moltissimi giochi pubblicati nel corso del tempo: in particolare negli ultimi trent’anni il numero è cresciuto esponenzialmente, con l’avvento di quello che viene talvolta chiamato, forse troppo semplicisticamente, “gioco da tavolo moderno”. Pensate che uno dei siti più noti di giochi da tavolo, BGG, ne ha recensiti ad oggi più di 24000, con un sistema di votazione che li classifica dal migliore al peggiore.

Scaffali con decine di scatole di giochi da tavolo

Eppure, per moltissimi anni, ci si è divertiti senza acquistare alcuna scatola di gioco, con il materiale che si poteva trovare in casa: carta e matita, un dizionario, un mazzo di carte, dadi, figurine. A determinare che cosa giocavamo erano fondamentali i luoghi di provenienza (ogni nazione, e ogni regione, ha i suoi giochi e le sue personali varianti delle regole), e la “trasmissione orale” dei nostri nonni o dei nostri genitori.

Pertanto si può dire che spesso i giochi cui siamo più affezionati non seguono alcuna classificazione, ma sono il frutto di un percorso personale, fatto di incontri, ricordi, relazioni sociali. E a ben vedere, ancora oggi è così.

I fratelli Marx e i giochi di carte

Un esempio di “percorso casuale” che mi ha portato a scoprire un bel gioco di carte tradizionale è accaduto proprio di recente. Mi è capitato di leggere una bella autobiografia, “Harpo Speaks”, dove uno dei Fratelli Marx (un gruppo di comici americano attivo soprattutto nella prima metà del ‘900 – e se non sapete chi sono correte subito a guardarvi una delle loro folli commedie 😉 ), il “muto” Harpo, racconta della sua storia e della sua famiglia.

Il libro "Harpo Speaks" in cui l'autore parla della sua storia e del gioco Pinnacolo

Un’infanzia povera, ma allietata da due genitori presenti e amorevoli: la madre Minnie, che fece loro da impresario e che li strappò dalla miseria costruendo faticosamente la loro carriera artistica e il loro successo. E il padre, Sam (detto “Frenchie”), un sarto non molto bravo ma di buon carattere, sempre col sorriso sulle labbra.

Così Harpo descrive la sua morte, avvenuta nel 1933: “Avevamo capito troppo tardi quanto di quel che eravamo diventati fosse dovuto a Frenchie […] lo avevamo preso in giro per le sue pezze vaganti e per la sua terribile mancanza di abilità come sarto […] Ma Frenchie non aveva mai smesso di sorridere e il suo sorriso era come un’energia segreta. Tutti noi vi eravamo stati esposti e ci aveva contagiato per la vita. Ci aveva fatto capire il significato di lealtà e di perdono, e quanto la rabbia fosse futile. Volevo molto bene a quell’uomo. E’ stato bellissimo scoprire che l’ultimo giorno sulla terra di Frenchie è stato uno di quelli più felici: aveva insegnato all’infermiera a giocare a Pinnacolo […]”

E leggendo questo brano del libro, particolarmente tenero, è nata la curiosità di scoprire questo gioco di carte dei tempi andati, il Pinnacolo, diffuso soprattutto in Nord America circa un secolo fa.

Un mazzo di carte francesi, il tipo di carte che occorre per giocare a Pinnacolo

Giochi di carte e Pinnacolo

La prima fonte consultata in casa è stata la bella “Enciclopedia dei Giochi” di Giampaolo Dossena.

Sebbene molto chiare e precise, le regole riportate sono però quelle del Pinnacolo italiano, simile al Ramino o alla Scala Quaranta, e si gioca in 4, a coppie. Niente dunque a che vedere col Pinnacolo Americano, o “Pinochle”, che si gioca in 2 (e infatti lo giocava Sam Marx con l’infermiera).

La seconda fonte consultata è un vecchio librino in miniatura, che avevo anche dimenticato di avere, dal semplice titolo “Giochi di Carte” (Collins-Vallardi). Contiene le regole di ben 90 giochi di carte, fra cui il Pinnacolo, per 2 giocatori: e stavolta si tratta senza dubbio del Pinnacolo vero, quello Americano, un gioco che per certi versi si avvicina più alla nostra Briscola che non al Ramino. Le regole riportate sono sintetiche ma chiarissime: quanto basta per cominciare a provare il gioco in famiglia.

Per conferma, consulto anche la pagina italiana di Wikipedia dedicata al Pinnacolo. Purtroppo la pagina è piuttosto confusa, e pur riferendosi al “Pinochle” americano, le regole sono tutt’altro che chiare. Per di più ci sono delle incongruenze nel sistema di punteggio.

Meglio la pagina del Wikipedia Inglese, dove scopriamo che il “Pinochle” era il gioco di carte preferito dagli immigranti Ebrei ed Irlandesi in America (e i Marx provenivano appunto da una famiglia di immigranti Ebrei dell’Alsazia).

Da ultimo l’occhio mi cade su una carta uscita da un mazzo “Bicycle” acquistato tempo fa che pubblicizza, il loro sito con le regole di ben 75 giochi di carte. Mi collego al sito (https://bicyclecards.com/how-to-play), e trovo le regole del Pinnacolo, per 2 giocatori: in Inglese, ovviamente, ma chiarissime e di fatto identiche a quelle riportate nel libricino Collins-Vallardi “Giochi di Carte”.

Per chi ha un po’ di dimestichezza con l’Inglese, il sito è molto utile per imparare nuovi giochi di carte, con la possibilità di filtrare i giochi di carte per numero di giocatori, tipologia di gioco, e tipo di pubblico (bambini, ragazzi, famiglia ecc.)

Insomma, ora è un po’ che Claudia e Carlo giocano a Pinnacolo ogni pomeriggio: una partita dura una decina di minuti  e richiede un bel po’ di decisioni importanti, da prendere per assicurarsi la vittoria… oltre ad un immancabile pizzico di fortuna. Se siete curiosi di imparare il gioco, trovate le regole qui:

https://bicyclecards.com/how-to-play/pinochle-2

Vi divertirete e, soprattutto, riporterete in vita un gioco di carte di un’epoca di film in bianco e nero, di risate semplici e di vecchie Ford per le strade di un’America dei tempi andati.

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