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Costruzioni e divinità a “Santorini”

Riprendiamo dopo un periodo di pausa a parlarvi dei giochi che più ci sono piaciuti, che ci hanno divertito, stupito e perché no, anche emozionato.

E iniziamo raccontandovi della bellezza di “Santorini”: non dell’isola greca in questo caso – peraltro meravigliosa – ma dell’omonimo gioco da tavolo per 2 giocatori (sì, sulla scatola è scritto da 2 a 4 giocatori, ma vabbè 😉) edito da Spin Master Games.

Davide con la scatola del gioco "Santorini"

Come si gioca a “Santorini”

Le regole sono semplicissime: su una scacchiera 5×5 ogni giocatore dispone inizialmente 2 pedine, dove preferisce. Al proprio turno, il giocatore deve muovere una sua pedina di un passo, su una delle 8 caselle adiacenti; e poi costruire, in una casella adiacente a quella dove ha appena mosso, un “piano” di edificio.

Plancia e pezzi di gioco di Santorini durante una partita

Gli edifici possono avere al più 3 piani e una cupola: quindi su una casella vuota si può costruire il primo piano, su una casella con un piano si può aggiungere il secondo, su una con due il terzo, e su una con tre la cupola. Quando si muove la propria pedina è possibile salire al più di 1 piano, mentre si può scendere da un qualsiasi piano. Ma attenzione: la cupola “chiude” l’edificio e lo rende inaccessibile: in altre parole, una pedina non può muoversi su un edificio con 3 piani e una cupola.

Non appena un giocatore riesce a portare la propria pedina sopra il 3° piano di un edificio vince la partita.

Partita a "Santorini"

Queste sono le regole del gioco base: lo abbiamo giocato così diverse volte, e partita dopo partita abbiamo colto sempre più “sottigliezze” e possibilità strategiche.

… e le carte “Divinità”!

Ma il gioco completo prevede anche l’uso di speciali carte “divinità”, ed è qui che il gioco inizia veramente a “brillare”: ce ne sono ben 30, ed ognuna introduce una diversa regola di movimento e/o di costruzione, o una diversa condizione di vittoria. Ad inizio partita ciascun giocatore riceve una carta divinità con il suo potere, e con quella giocherà tutta la sua partita. Ne consegue che i due giocatori seguiranno regole diverse, indicate dalla propria carta (ossia, come si suol dire, il gioco diventa “asimmetrico”).

Due carte divinità di Santorini, Ares e Afrodite

Le possibili combinazioni di carte sono centinaia, e ciascuna darà vita a partite con strategie di vittoria diverse: capire come sfruttare al meglio il potere del proprio personaggio e come neutralizzare quello dell’avversario è la chiave per la vittoria!

Dulcis in fundo, i bei componenti di gioco di “Santorini”: è un piacere vedere l’isola “prendere forma” con i suoi edifici bianchi e le sue cupole blu in 3D…

Noi in famiglia ci siamo divertiti molto a giocarlo! Il campione di casa? E’ Davide: nessuno lo batte… tranne, qualche rara volta, il papà  –  che poi esulta in modo scomposto per almeno dieci minuti buoni: meno male che non ci sono telecamere a filmarlo… 😉

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