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“Arkham Horror”, the Dark Side of the Family

Oggi parliamo di un gioco, “Arkham Horror”, che si discosta da quelli che sono tipicamente i giochi per famiglie di cui ci occupiamo abitualmente.

I bambini con la scatola del gioco di Arkham Horror

“Arkham Horror” di Richard Launius e Kevin Wilson, edito in Italia da Giochi Uniti – la scatola del gioco

Un gioco per famiglie è definito da alcuni elementi, di cui abbiamo già avuto modo di scrivere in passato: un regolamento semplice e spiegabile velocemente, una durata di gioco contenuta, non oltre i 60-90 minuti, e soprattutto la capacità di intrattenere senza annoiare diverse fasce di età, dai bambini ai nonni.

Ebbene, “Arkham Horror” non è nulla di tutto questo. Ha un regolamento articolato che richiede minimo un paio di letture,  e che almeno alle prime partite necessita di essere consultato più volte. Inoltre, in alcune situazioni può risultare poco chiaro, costringendo i giocatori ad una interpretazione a buon senso o (per i più volenterosi) a cercare risposte nei forum online di altri giocatori.

Non è un gioco per tutte le fasce di età – mai ci verrebbe in mente di proporlo ai nonni!

Per quanto riguarda la durata, difficilmente si va sotto le 3 ore di gioco, e si può arrivare tranquillamente alle 6 ore e più.

In aggiunta a tutto questo, anche l’ambientazione del gioco è tutt’altro che allegra: si ispira infatti ai cicli di racconti di Lovecraft, creature mostruose, per intenderci, che sbucano da ogni angolo della città pronte a condurre i malcapitati eroi alla follia o alla morte. Ben diverse dunque dai mostri buffi e paloccosi stile Disney Pixar…

La nostra esperienza “Arkham Horror”!

Eppure, nonostante tutto questo, è il gioco preferito di Lorenzo, che ha cominciato a giocarlo a 7 anni e ne ha fatti 8 da poco. Lorenzo, come tanti bambini della sua età, a volte la notte ha paura dei mostri. Il fratello un po’ lo prende in giro, un po’ lo tranquillizza. Gli ha disegnato degli “scacciamostri” che gli ha attaccato sulla parete accanto al letto. Così, se capita qualche notte di svegliarsi al buio, e le paure prendono il sopravvento, la vista dello scacciamostri disegnato ci tranquillizza e ci aiuta a riprendere sonno.

E anche in “Arkham Horror” non sei mica solo, a combattere i mostri. Siamo tutti insieme.

Il gioco è infatti un cooperativo: si combatte tutti uniti contro i mostri del gioco. Si vince o si perde tutti insieme. Si decide di comune accordo cosa fare. Si pianifica il turno di gioco.

“Arkham Horror”… in sintesi!

C’è un tabellone che raffigura la mappa della città di Arkham, le sue strade e i suoi luoghi. E dei luoghi esterni, oscuri e minacciosi, dove si annidano le creature pronte a invadere la città. Ogni giocatore ha una propria scheda personaggio, con delle sue peculiari caratteristiche, e un segnalino corrispondente che muoverà sulla mappa della città. Ogni partita è caratterizzata inoltre da un mostro “finale”, il Grande Antico, che bisognerà battere in qualche modo: o impedendogli di arrivare in città o, qualora riesca ad entrare, sconfiggendolo.

Il tabellone e gli altri materiali di gioco di Arkham Horror

Bisognerà raggiungere i luoghi adatti per procurarsi gli equipaggiamenti necessari, cercare di chiudere i “portali” che si aprono nei diversi luoghi e da cui sbucano una miriade di creature ostili e raccogliere degli indispensabili segnalini “indizio”, che servono a sigillare i portali e ad evitare che si riaprano. Combattimenti e prove di vario genere avvengono a suon di lanci di dadi – in genere i risultati di 5 e i 6 indicano un lancio riuscito. Incontri ed eventi invece sono gestiti pescando delle carte che descrivono quanto accade e che, testo dopo testo, costruiscono la storia, la trama dell’avventura.

E allora… giochiamo!

Un turno di gioco è perciò qualcosa di questo genere: “Tu vai allo spaccio a comprare qualcosa che possa tornare utile per sconfiggere i mostri. Io vado alla taverna e cerco di fare qualche incontro utile. La mamma cerca qualche incantesimo alla bottega di magia. Tuo fratello corre alla casa delle Streghe, per raccogliere due indizi… ah no, non può, la strada è sbarrata da un cultista… allora niente, gli tocca prima sconfiggere il cultista: ce li hai i dadi? Quanto hai di lotta? Hai 3 di lotta? Più un pugnale da 2? Ok, lanci 5 dadi, ogni risultato di 5 o 6 vale un successo: ti basta un solo successo e il cultista é eliminato. Cosa? Hai una carta maledizione? Accidenti, allora vale solo il 6 come successo. Vabbè lanci 5 dadi, almeno un 6 lo farai… VERO???

Lorenzo lancia i dadi per affrontare un mostro

E chi lo sa se il 6 uscirà davvero oppure no… Lorenzo guarda i dadi, è teso, chiude gli occhi lancia e… due 6!!! E ne bastava uno! Il cultista é sconfitto, il fratello si congratula e lui balla di gioia per tutta la stanza.

Lancio di dadi riuscito! Ben due 6!
Lorenzo non è solo, a combattere i mostri. Siamo in quattro, tutti insieme. E a Cthulu gliela facciamo vedere noi!

Il gioco va avanti per un’ora, poi due, poi tre. E prosegue. Il papà avverte un po’ di stanchezza, la mamma pensa che è quasi ora di cena. I ragazzi no, quale cena? Loro sono là dentro, nella città di Arkham, devono bloccare l’arrivo del grande antico e salvare la città… Lorenzo non sente ragioni. Negoziamo con lui: facciamo ancora due turni di gioco e poi pausa cena. Controvoglia, accetta. I due turni sembrano volare, e non ci si crede che sia passata un’ altra mezz’ora buona. Eppure l’orologio parla chiaro.

Tabellone di gioco, schede e segnalini occupano tutto il tavolo. Non si può mettere via tutta questa roba. Finisce che ceniamo a panini.

La colazione apparecchiata sul tavolino piccolo!

La mattina dopo, colazione (sul tavolino piccolo!) e si riprende a giocare: tanto è domenica. Manca poco all’arrivo del mostro finale, il grande Antico. Se però riusciamo a sigillare sei portali lo blocchiamo e vinciamo evitando lo scontro finale…!

Un “nostro” gioco per famiglie

Insomma, ecco perché “Arkham Horror” è per noi un’eccezione. Il gioco per famiglie dovrebbe durare un’ora e questo ne dura anche sei? Vero, ma i ragazzi vivono l’avventura a tal punto che il tempo vola via e quando il gioco finisce restano male, ché vorrebbero continuare a giocare…

Il gioco per famiglie ha un regolamento semplice e questo è articolato e dispersivo? Problema risolto con un genitore che si immola e se lo studia e poi passa le informazioni essenziali, quando servono: un po’ come il master di un gioco di ruolo. Ricordo bene le primissime partite in cui io mi ero letto in anticipo tutto il regolamento un paio di volte e scaricato un riassunto del turno di gioco, mentre ai ragazzi spiegai velocemente solo gli elementi principali e poi cominciammo subito a giocare. All’inizio magari commettendo qualche errore, sbagliando (inevitabilmente) qualche regola, ma poi, partita dopo partita, raddrizzando il tiro e correggendo gli errori. E ora che lo hanno giocato più e più volte, sanno calcolare da soli perfettamente quanti dadi devono tirare nei vari combattimenti, quante carte devono pescare nelle diverse situazioni e così via.

In conclusione, un regolamento non semplice che, trattandosi di un cooperativo, necessita di una sola persona che lo studi a fondo e ne spieghi poi velocemente agli altri gli elementi principali, riservandosi poi di applicare le eccezioni solo quando serve. Una durata di diverse ore, che però finiscono per sembrare ai ragazzi una manciata di minuti. Un sacco di tiri di dadi e carte da pescare. Tanti mostri da combattere e un mostro finale fortissimo da battere tutti insieme.

A fine partita, mamma e bambini al tavolo da gioco felici per la vittoria

Insomma, un gioco non per famiglie che si trasforma magicamente in un’esperienza di gioco in famiglia.

Certo, da fare quando si ha un po’ di tempo libero. In vacanza, per esempio. O nei weekend.

Se “Arkham Horror” vi ha incuriosito, questo è il link Amazon Arkham Horror – italiano

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